Negli ultimi anni, si assiste ad un incremento significativo della segnalazione da parte degli insegnanti e dei genitori di alunni che presentano difficoltà in ambito scolastico. Possono essere di varia natura e coinvolgono gli apprendimenti (letto-scrittura e matematica), l’area dell’attenzione, del comportamento o l’ambito affettivo-emotivo.
I Disturbi Specifici dell’Apprendimento sono un gruppo di disturbi di origine neurobiologica che riguardano la capacità di leggere (dislessia), scrivere (disortografia e disgrafia) e calcolare (discalculia) in modo corretto e fluente e che si manifestano con l'inizio della scuola primaria. Non sono causati da un deficit di intelligenza, da problemi ambientali o psicologici e nemmeno da deficit sensoriali.
Talvolta i genitori che chiedono un consulto psicologico considerano questo aumento come un eccesso di zelo, soprattutto se confrontato a quanto caratterizzava il loro percorso scolastico, nel quale “non si prestava attenzione a queste cose”.
È utile cogliere questa maggior sensibilità come un’opportunità di intervento, soprattutto in un’ottica preventiva, con l’obiettivo di attutire l’impatto delle difficoltà sul percorso scolastico degli studenti, che in alcuni casi potrebbe portarli a sperimentare una bassa autostima, vissuti ansiosi e frustrazione, soprattutto in mancanza di un adeguato supporto.
I fattori protettivi rappresentano gli elementi che attenuano le difficoltà e promuovono il benessere psicologico e scolastico.
Di seguito vengono riportati alcuni fattori protettivi che si riferiscono in particolare ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento, ma che possono essere estesi anche ad altre difficoltà scolastiche.
Individuazione precoce e intervento specialistico
Individuare precocemente una fatica nell’apprendimento permette di rendere l’alunno consapevole delle proprie difficoltà, che sono, appunto, “specifiche” e vanno dunque contestualizzate, considerando anche i punti di forza presenti. Spesso i bambini che sperimentano difficoltà negli apprendimenti attivano pensieri negativi su se stessi, con conseguenze sull’autostima. Gli interventi specialistici (logopedia, percorsi vari di intervento sulle aree affaticate, etc.), attraverso attività strutturate e calibrate sulle caratteristiche individuali, si pongono l’obiettivo di potenziare in modo specifico le abilità deficitarie e promuovono un atteggiamento metacognitivo caratterizzato da maggiore consapevolezza di sé e delle proprie caratteristiche. L’attenuazione della frequenza dell’insuccesso limita l’impatto della frustrazione e della conseguente demotivazione sulle attività didattiche.
Il ruolo della scuola, l’importanza di un lavoro in rete
Fondamentale risulta il coinvolgimento della scuola per una personalizzazione dell’apprendimento, attraverso la stesura di un Piano Didattico Personalizzato (PDP), nel quale, accanto alle difficoltà rilevate, la scuola mette in atto misure dispensative e strumenti compensativi per permettere all’alunno di esprimere il suo potenziale, ovviando alle difficoltà che sperimenta (es. schemi, interrogazioni programmate, utilizzo di strumenti tecnologici, etc.). Non si tratta di una diversificazione degli obiettivi, che rimangono gli stessi; si tratta invece di raggiungere gli stessi obiettivi, ma con modalità maggiormente congeniali all’alunno. Sono inoltre auspicabili dei colloqui periodici di verifica tra i docenti, la famiglia e gli specialisti, al fine di condividere e monitorare il percorso formativo degli studenti.
Autostima e motivazione
Uno dei rischi nei bambini con difficoltà scolastiche è la perdita di fiducia nelle proprie capacità. È fondamentale valorizzare i punti di forza e gli stimoli provenienti dall’ambiente extra-scolastico ed extra-familiare: il gruppo di pari, le esperienze in ambito sportivo, gli interessi e i passatempi.
Supporto familiare e relazionale
I genitori, accompagnando i figli nel loro percorso di crescita, spesso si imbattono nel divario tra “Figlio Reale” e “Figlio Ideale”. La presa di coscienza di una difficoltà, potrebbe attivare nei genitori preoccupazioni e ansie rispetto al percorso e alle scelte future (emblematica la frequente richiesta di consulenza riguardante la scelta della Scuola Secondaria di Primo Grado). Un ambiente familiare supportivo, che non enfatizzi le difficoltà, ma incoraggi il bambino, rappresenta un fattore protettivo essenziale. Anche il ruolo degli insegnanti e dei pari è cruciale: una didattica inclusiva e relazioni positive con i compagni aiutano a prevenire isolamento e demoralizzazione.
Supporto emotivo
L’educazione emotiva aiuta i bambini con difficoltà scolastiche a gestire l’ansia scolastica e i vissuti di frustrazione. Talvolta può essere utile affidarsi al supporto di uno psicologo, che, in stretta collaborazione con la scuola e la famiglia, diventa uno strumento utile per affrontare le difficoltà con maggiore serenità.
I Disturbi Specifici dell’Apprendimento e, più in generale, le difficoltà scolastiche, possono rappresentare una sfida, ma, grazie all’introduzione di strumenti adeguati e alla presenza di un ambiente favorevole, bambini e ragazzi possono costruire un percorso scolastico e personale sereno e soddisfacente. L’intervento precoce, il supporto emotivo e strategie di apprendimento efficaci sono le chiavi per garantire che ogni studente possa esprimere il proprio potenziale senza sentirsi definito dalle proprie difficoltà.